Onirica
L' ANNO DEL LUNGO SONNO
Rebecca aveva terminato gli studi con grande profitto e si era lanciata nel mondo del lavoro con l'entusiasmo di chi non conosce, e neppur sospetta dell'agressivita' e l'infimo spirito di sopraffazione che si celano dietro i sorrisi da corridoio dei colleghi d'ufficio.
Ben presto i suoi modi erano diventati scattanti, i muscoli del suo corpo si erano irrigiditi e la luce nei soui occhi si era fatta penetrante, quasi volessse capire perche' tutto cio' le sembrava cosi' falso ed equivoco.
Mai una volta era riuscita a percepire un bianco o un nero negli atteggiamenti degli altri impiegati o dai frammenti dei discorsi che poteva raccogliere quando passava vicino alla porta del bagno dove ogni tanto si ritrovavano in diversi per la pausa sigaretta o davanti alla fotocopiatrice in attesa del suo turno.
No erano tutte frasi sussurate, lasciate in sospeso, con parole che sembravano far parte di un codice segreto. Ma sopratutto erano cattiverie, bugie e ' voci di corridoio' pronunciate a scapito di chi era assente nell'assurdo gioco del tutti contro tutti.
Benche' avesse avuto diversi modi per parteciparci Rebecca non riusciva proprio a far suo quel mondo, troppo occupata a svolgere bene il suo lavoro, puntuale e pulito.
E cosi' risultava assente dalle cene, le gite, le pause sigarette visto anche che non fumava mentre gli altri ne accendevano una ogni dieci minuti, e da assente divenne ogetto di discussione, curiosita' ed infine critica, sulle labbra di tutti. Sopratutto quando decise di farsi un tatuaggio, bello grando sull'avambraccio e di comprarsi la moto. E poi non faceva il filo a nessuno, non mirava a diventare l'amante del capo come tutti gli altri: i maschi delle capesse e dei capi gay, le femmine...beh' si sa che quelle sono tutte un po' puttane.
Lesbica, misantropa, femminista o drogata, ce n'era per tutti ma lei faceva finta di non sentire. Lavoro' sodo per anni accumulando esperienza e molte qualifiche. Andava avanti con profitto proprio come quando studiava, probabilmente troppo profitto, fatto sta che un giorno quando il direttore la chiamo' nel suo ufficio per discutere un progetto e le infilo' le mani da dietro sotto la maglia aguantandole i seni venne licenziata di tronco. Rebecca non capiva se era sucesso perche' lo aveva bloccato subito umiliandolo nel suo slancio da Casanova o se semplicemente non aveva le tette abbastanza grosse per quel grosso pezzo di merda dell'industria.
Poco dopo , nel gioco degli eventi anche il direttore venne rimpiazzato e Rebecca senza rancore si ripresento' nella ditta al cospetto del nuovo direttore per offrire la sua professionalita', ma trovo' una checca isterica che cercava un bel ragazzotto da ' iniziare ' al mondo del lavoro e nonostante fosse di gran lunga piu' qualificata non venne riassunta.
La vita le cambio' radicalmente, l'amarezza per il torto subito l' aveva spinta a cercare nella velocita' della moto, in fiumi di birra e nella realizzazione dolorosa ed espiatoria di una decina di altri tatuaggi un mondo piu' autentico e sincero. Ma tutto cio aveva solo alimentato in maniera negativa l'alone di mistero che gia' pendeva sulla sua figura e nell'ambiente le dicerie sul suo conto erano diventate sempre piu' numerose ed ormai durante le cene, le gite e le pause caffe' che i suoi ex- colleghi facevano con gli impiegati di altre ditte Rebecca era sempre, suo malgrado, sulla bocca di tutti.E fu allora che usci'i' dall'ambiente del lavoro. Cerco' disperatamente qualsiasi occupazione anche le piu' umili pur di tirare avanti, ma ormai la frittata era fatta: era troppo qualificata per fare il lavapiatti, volantinaggio ecc. troppo trasversale per appartenere alla tribu' dei dipendenti.
Era Libera.
Cosi' inizio' l'anno del lungo sonno.
Non la cercava mai nessuno, non telefonavano piu' e da quando aveva bisogno di aiuto si erano fatti tutti di nebbia. Visto che non riusciva a far quadrare i conti, le staccarono il telefono e non potendo comprare libri, abiti, video o benzina per la sua moto tutto il mondo si era compresso nella sua camera da letto. Ed infine quando poteva a malapena permettersi di mangiare una volta al di' nel silenzio di quella stanza decise che il mondo nella sua testa era l'ultimo rifugio ed il suo sonno prese ad allungarsi come scudo difensivo verso un mondo a cui non apparteneva e di cui non sarebbe mai stata cittadina. La realta' era nella sua fantasia. Piena di colori vivaci, profumi iintensi, senzazioni e opportunita' il suo mondo dei sogni le permetteva di sopravivere, ma non solo le dava modo di reincontrare persone che le erano state care, anzi fondamentali ma che erano morte e seppolte dal mistero del destino. Rebecca si rese conto che le giornate sono lunghe e le notti silenziose quando si e' abbandonati a se' stessi e cosi' esgogito' diverse tecniche per non farsi svegliare dall'esterno per non dover rendere conto alla realta' del suo progressivo allontanamento.
Benche' a causa della sua fortissima sensibilita' percepisse ogni suono e ogni cambiamento di luce era riuscita a far entrare nei suoi sogni anche gli elementi esterni di maggior disturbo.
Non si svegliava mai prima delle due di pomeriggio e spesso era gia' a letto alle sei di sera, quando per caso suonavano alla porta i venditori ambulanti o magari qualche vicino chiamava gli operai per svolgere un lavoro di muratura Rebecca trasformava quei suoni in colonne sonore per suoi viaggi mentali. Un martello pneumatico diventava il rombo di un motoraduno, l'impastatrice per il cemento girando si trasformava nell'enorme mulino di una barca di legno a vapore che risaliva un fiume dell'Amazonia e cosi' via.
Per fortuna certi circoli sono viziosi e cosi' piu' dormiva, meno appettito le veniva, meno mangiava e meno forze aveva da consumare, solo a volte quando si faceva sentire l'ansia di una vita morta allora aveva qualche energia in piu' da dispendere e cosi' si masturbava finche' non prendeva sonno. L'endorfina di quattro o cinque orgasmi a catena la calmavano ed anche le sue fantasie erotiche iniziarono a far parte d'un sogno ad occhi stretti e labbra serrate.
I primi furono sogni d'acqua e di viaggi.
IL SOGNO DELLA CLESSIDRA AD ACQUA
Stava viaggiando su un autobus pieno di turisti lungo una strada costeggiata da un fiume.
Ad un certo punto attraverso' un ponte e pote' vedere che l'acqua scorreva furiosa tra cascate e schiume da torrente di montagna. Il guidatore arrivo' in cima al prato prorpio sull'orlo di un precipizio mentre con i grossi stivali di gomma pompava il freno per non finire di sotto.
Trovo' una cresta in cima al monte e la costeggio' finche' poteva ma alla fine si incastro' e non riusciva piu' ad avanzare, anzi quando scese si rese conto che il bus era pericolosamente in bilico con le due ruote davanti che giravano nel vuoto .
Rebecca scivolo' agilmente in basso in caduta libera, respirando profondamente per l'apnea che l'attendeva, si lascio' andare alle buie acque dello sconosciuto come se stesse tornando nell'utero.
Piombo' nel nero d'una caverna e la corrente la inghiotti' trascinandola lungo un canyon subacqueo ricavato da pareti di ruvido granito.
Il tunnel si strinse terribilmente e per passarci dovette alzare le braccia sopra la testa mentre cadeva a peso morto nella clessidra ad acqua. Il respiro trattenuto ormai non bastava piu' ma non sentiva alcun panico o disagio, scivolava, sproffonadava con piacere. Sotto infine si apri' un'ampia caverna e lei galleggio' nelle acque piu' calme e chiare che avesse mai conosciuto.
Nell' antica Grecia, nel santuario di Epidauro sull'isola di Kos, dedicato ad Esculapio il dio della medicina, e nella sua filiale Romana sull'isola Tiburtina si recavano malati affetti da malattie inguaribili. Nel centro di questi Templi sorgeva la statua del dio del silenzio Arpocrate che teneva il dito sulle labbra per consacrare la divinita' del regolatrice e ordinatrice del caos primordiale.Il dio del silenzio era anche raffigurato nei Misteri Egizi con la forma di Horo emergente da un loto dalla tempesta di pensieri e sentimenti Innanzi tutto il malato veniva posto in una situazione di purificazione mediante una dieta particolare o a diguni se era neccessario. Poi bagni purificatori eseguiti dai curatori- sacerdoti gli Asclepiadi per uscire dall'oceano dell'inconscio, ed infine venivano posti in una situazione di sonno indotto con l'ipnosi con alterazione del loro campo elletromagnetico. Cosi' i loro corpi venivano messi in un cunicolo nella parte piu' segreta del tempio per il "Rito dell'incubazione", infatti 'incubare' significa 'dormire in'. Al riseglio ogni sogno ricevuto veniva raccontato al sacerdote-medico che diagnosticava il malessere e prescriveva la cura in base ad essi. Tant'e' che nel sanutario dell'isola Tiburtina a Roma sono state trovate 6000 tavolette con la cura assegnata dal dio Esculapio. Anche a Epidauro, nella via sacra sono collocate lungo la salita al tempio.
LA LAGUNA
Visitava Venezia con un'amica conosciuta li', su e giu' per i ponti, felice, quando ecco un ex-collega, l'unico fantasioso e comprensivo che avesse avuto nell'ufficio da cui era stata licenziata, sbuca da dietro una calle con tanto di moglie e corozzina con figlioletto.
"Strano pensavo fosse gay". Parlano un po' e scopre che anche per lui la festa e' finita, poi scopre che anche lui conosce questa sua nuova amica con i capelli a caschetto ed un gran sorriso bagnato. Salutati tutti si ritrova in piscina, l'acqua e' fresca ed amichevole, sollevando gli occhi scorge sua figlia sul trampolino. Le grida di aspettare a tuffarsi per controllare quant'e' profonda l'acqua. Cosi' si tira su con le braccia da sotto il trampolino per darsi un po' di rincorsa per l'immersione ma quando si lascia andare cade in un acqua scura, gommosa, coagulata rimbalzando con un sonoro ' tong ' . Urla a sua figlia di non saltare dentro ma troppo tardi e lei sparisce sott'acqua. Per tutta la notte Rebecca si aggira nel pantano fino al collo chiamandola, sotto filamenti s'intrecciavano bloccandole le gambe, sentiva anche strani oggetti semi-
galleggianti impossibili da vedere nella densa melma che cozzavano con il suo incedere divenuto ormai disperato nella ricerca. D'un tratto in lontananza tra i corpi capovolti di cadaveri intravede la sua piccola, si fa per dire. Galleggia a faccia in su le sue grandi tette affiorano come un giubotto salvagente. Corre come meglio puo' tra tutto quel putridume per recuperare il corpo con una senzazione terrificante dentro e quando la raggiunge sollevandola con le braccia si rende conto che non e' affatto morta. " Cosa fai qui ?" Le chiede con voce affanata, "Io? Cosa ci fai tu qui! Io mi sto facendo i fanghi" ... ma come penso' Rebecca questa innocente creatura che confonde la morte
e la desolazione con qualcosa di benefico?Com'e' possibile? Via andiamo via da quel luogo di morte che lei neppure riconosce.
Iniziati come Eraclito, Pitagora o ancora i Santi riferiscono di aver lasciato il corpo dormire e di aver proseguito nelle esperienze di contatto con i mondi soprasensibili, con i mondi angelici, con i mondi divini da cui si nutrivano di sapienza e di amore puro. Esperienze che si possono leggere nelle pagine di Plutarco o nelle Enneadi di Plotino.
COCA - COLA
Rebecca seguiva un sentiero che costeggiava il monte e filmava un ruscello che si snodava giu' in fondo alla valle fino a formare un lago artificiale con diga. Arrivo' ad una villa costruita in cemento negli anni ' 60 con quello stile geometrico un po' futurista, situata proprio tra le chiuse della diga. Li' ceno' e poi, con gli ospiti di casa, si trasferi' in salotto per il resto della serata, mentre discutevano del piu' e del meno le chiuse si aprirono e tutt'attorno alla casa, che si apri' a meta', spumeggio' l'acqua con enormi ondate.
Poi Rebecca si ritrovo' in fila ad uno sportello per comprare i biglietti per un viaggio, prese l'ascensore insieme ad un signore che non conosceva ma al decimo piano l'ascensore rimane bloccato per una manciata di minuti, poi con cigolii preocupanti inizio' a muoversi in giu' guadagnando velocita' fino
a piombare nella tromba. Presa dal panico cerca di allungare la mano per premere lo Stop o l'allarme, capelli volanti in alto, e ci riesce finalmente a schiacciarne uno e a fermare improvvisamente l'ascensore con una sonoro twang. La puzza di funi brucciachiate si difonde nella cabina delicatamente. Scivola fuori, seguita dall'altro signore, e si ritrova lungo un canale stile Amsterdam. Al porto prende un traghetto per l'areoporto e li' assiste ad un incidente d'auto che investe un gruppo di vecchie signore.
Rebecca si prodiga per aiutare le donne ferite calmandole e assistendole in attesa dei soccorsi.Aveva le cervellla sparpagliate.
Finalmente borda l'aereoplano dove trova alcuni vecchi amici. Uno di nome Tony dovrebbe avere i biglietti allora gli chiede che numero di sedia deve occupare, il 5 o 6 dice lui allora si avventura in fondo all'apparecchio lui invece scende dall'aereo proprio mentre sta decollando portandosi via i biglietti. Il telefono cellulare di un'altra amica di nome Tiziana (Baudo) inizia a suonare Rebecca corre dai piloti per chiedergli di tornare indietro per prendere Tony, chiedendosi come mai e' sceso. Ma quando si trova nel muso del veivolo si siede a gardar fuori dai finestrini. Fuori nubi scure sembrano sospese sopra le vette innevate dei monti. Nell'alto dei cieli acqua e terre lontane.
L'aereo vola come se fosse un off-shore, il muso s'alza e s'abassa come se afrontasse grandi onde di aria. In lontananza fuori dal finestrino, a costeggiare l'orizzonte una targa arruginita con la scritta Coca- Cola .
Dove c'e' acqua c'e' vita, compivano bagni sacri, prima di ogni Iniziazione nei misteri Eleusini, si immergevano nel fiume Ilissus, era la rinascita, come il Battesimo e' un'esperienza di morte e di rinascita, vivere un mistero per ottenere una liberazione. Immersi complettamente si ha una preparazione di dinamica respiratoria, il confine con la morte.
IL FESTINO
Quella notte si trovo' nell'apartamento di alcuni amici e c'era una festa con tutte le delizie del mondo, dalle bevande alcoliche e superalcoliche a cibi raffinati ed anche junk-food per chi lo desiderava. Nel reparto sballo non mancava proprio nulla per chi volesse salire o scendere nei vortici psychedelici della mente. La notte passo' in fretta e lei si sveglio' da una pernichella ristoratrice proprio all'alba. La musica a tutto volume e la televisione ancora accesa. Il suo migliore amico si sta facendo una ragazza di nome Stefania sul nel letto a soppalco. Entrambi indossano delle cinghie con falli vagino-anali. I vicini di casa che escono sulla terazza di fronte per fare colazione sbirciano all'interno dell'apartamento, Rebecca spera che non riescano a vedere oltre i riflessi delle finestre. Alla porta arriva un sottomarino
come le barche che si affiancano ai palazzi di Venezia dai canali, lei si infila dentro e parte per un viaggio tra barriere coralline, le correnti che la spingono verso acque sconosciute, scintillanti, meravigliose. Il fresco azzurro ed i lampi di luce solare.
Piu' che sogni... dormiveglia
ed ecco corpi estranei muoversi furtivi
ai bordi della mia visuale
Una presenza oscura che gia' conosco
l'ho sentito raggirarsi, e poi salire annusandomi
circondandomi nell'angolo buio
del mio io
NEW YORK
Un apartamento al decimo piano di un gratacielo tra Broadway ela 72 esima strada di New York. Prima Rebecca stava ai fornelli cercando di veder bollire una pentola d'acqua.
Dentro un topo vivo si dimena e contorce, il suo pelo sporco si stacca a ciuffi, lei non ce la fa piu' allora lo ripesca con i bachettini cinesi e lo lascia libero. Il topo si allontana un po' claudicante lasciando una scia di bagnato. All'improvviso un gatto sbuca e lo afferra con le zanne per poi nascondersi sotto il letto. Rebecca scende di sotto, sembra il mercato piovoso di Blade Runner, li' attende che qualcuno la raggiunga. Una trave cade dal nono piano del palazzo in costruzione che ha davanti.
Allora vede sua madre che le viene incontro per dirle che la sorella non scendera' per cena, perche' sta ultimando dei progetti architettonici per lo studio della "stabilita' terrestre".Allora va da sola a mangiare Sushi dal giapponese all'angolo, ordina $ 21.50 di Sashimi.Al ristorante incontra un giovane ragazzo, lei sapeva gia' che lui adorava il pesce crudo allora lo invita al suo tavolo e lui si infila nel divanetto rosso al suo fianco.
Il mio corpo cerca di svegliarsi ma era un impresa quasi impossibile, continuavo a fluttuare tra le trame ed i paesaggi di meravigliosi mondi, infinitamente piu' attraenti e promettenti del grigiore dell'esistenza quotidiana. Cosi' venni sedotta da Morfeo e continuai a cercare il sogno, ormai gestito a puntate come una telenovela alternata con sprazzi di realta'.
Fu difficile infine alzarsi dal letto il mondo dei sogni era cosi' interessante ed anche economico.
L'URAGANO
Ancora il tifone solleva le acque degli oceani che ruggiscono sopra la sua testa e spazza tutti vai.
La tradizione indiana dice che viviamo in un mondo di maya, di illusione, che e' un sogno. La proiezione olografica del volere supremo che irradia attraverso le seffira.
MILANO
Ad un'altra festa nell'apartamento lussuoso di qualche Milanese. Il buffet duro' si e no un nano secondo attaccato famelicamente dai bravi proffessionisti che popolano miseramente la scena commerciale. Queste Iene cercano di dimostrare un talento lattitante al punto di spacciare l'innativita' per percorsi labirintici di matrice teorica concettuale, del tipo latino, che tradotto nel linguaggio diretto e cosmopolita di Rebecca,cittadina del mondo, significava il Nulla.
Di sopra una creatura si lamentava fioccamente, allora sali' nella soffitta per scoprire un cavallo cybernauta, che parlava, si sentiva solo, aveva fame. Rebecca noto' che aveva alcune zone del corpo in mettaliche con una struttura che sembrava disegnata da Giger.
Lei gli promise del cibo se ne fosse rimasto anche se sapeva che ben poco avrebbe trovato dopo il pasaggio degli ospiti giu'.
Quando mi svegliai ero agitata ed irritabile. Mi sentiva agredita ed ingannata.
Nel dormiveglia sentivo una presenza scura. E svegliati!! Palpabre pesanti !!
E finalmente mi alzai ed aprendo gli occhi vidi un serpente nero sul muro che saliva con un giuzzo sparendo al di la' del soffitto.
Allora inizia a sognare dell'aria e della fuga.
IL PARACADUTE
Rebecca si trovava su in alta montagna all'interno di una baita. Doveva scappare se lo sentiva e giacche' stava guardando fuori dalla finestra in pietra giu' alla valle mentre mangiava patatine da una busta di plastica mettallizzata decise di buttarsi.
Schivo' i rami di un albero che sporgevano dalla gelida roccia e tenne con entrambi le mani i lati del sachettino, questo si riempi' come fosse stato un paracadute. Inizialmente scendeva ad una velocita' supersonica, il vento le arruffava tutto. Perfino la pelle delle guance, ma poi la discesa si fece piu' dolce e plano' nel verde lussureggiante della valle ricolma di aria tiepida ed aromatica.
Li' vide una casera e vi entro', ad una lunga tavolata molta gente giovane brindava, le finestre che si aprivano su un cortile pieno di piante e fiori lasciava entrare una brezza serale camino' lungo la tavolata salutando quanti conosceva, c'era gente che non vedeva da tanto tempo. Poi si avvicino' ad una ragazza seduta di spalle, senza dubbio riconobbe il suo profumo, era sua sorella morta anni prima. Lei si giro' e sorrise.
Cosi' Rebecca si sveglio' serena e fu felice per tutte quattro le ore necessarie ad adempire le neccessità della realta' prima di riposare ancora nel mondo dei sogni.
LIMONI
Tre limoni gettati da una finestra chiusa del terzo piano.
I CONFINI
Stava ad un'importante riunione di capi di stato in una sala riunioni sofisticatissima. Stavano discutendo ed aprovando il sollevamento e lo spostamento di terra in vari punti dell'Europa.
Ora operai con buldozers smuovevano montagne di terra. Sui tele-monitor si vedevano solchi di erba sollevati in aree ben delimitate. Poi una cartina geografica che rapresentava gli Stati Uniti venne indicata e 'spostata' con un mouse da computer sull'Europa ad incastrarsi perfettamente nei nuovi confini.
I sogni sono difficili da catturare, sfarfaleggiano dinnanzi ai suoi occhi chiusi, ma come gli apre si dissolvono nella nuova realta'. Improvvisi riappaiono quando gia' li ha scordati.
L' INCUBO
Rebecca si trovava in uno dei campi lagunosi che costeggiano il fiume e riempiva peperoni da mettere sott'olio. Sulla strada sterrata che costeggiava tutto il campo furgonati pick-up correvano sollevando la polvere . I grilli ronzavano nella calda sera d'agosto. Fu li' che Rebecca vide due gatti e si alzo' per seguirli, la condussero verso casa e per strada incontro' anche un grande cane Husky. Le pareti fredde ed umide della casa l'accolsero come una tomba. Allora usci' sul cortile dietro cercando di far suo gli ultimi raggi caldi di sole. Nel cortile c'era un piccolo laghetto tondo con dei pesci rossi dentro. Rebecca fisso' la propria imagine riflessa nell'acqua quando improvvisamente la pozza venne risuchiata verso il centro della terra producendo un tunnel ben distinto la cui circonferenza misurava circa un metro e mezzo di diametro e circa due metri di profondita'.
Senza esitare si calo' dentro e sbuco' all'interno d'un antica catedrale. Una chiesa sepolta dal tempo. Emergendo nella navata del tempio' noto' che gli inginocchiatoi erano ancora al loro posto anche se un po' impolverati e bucati dalle tarme, si fiancheggiavano in file fino all'altare principale. Lungo le pareti quadri, statue e bassorilievi celebravano personaggi dall'aria stranamente pagana. Il suo passaggio aveva sollevato una coltre di tempo andato e si sentiva nell'aria un'incrocio tra muffa e segatura. Arrivando in fondo alla costruzione noto' una finestra chiusa da listelli di legno putrido. Ne alzo' uno staccandolo dal muro e guardo' fuori. Sembrava una via princpale di grande pasaggio, con dei portici.
Da dietro sentii' degli schiamazzi alcuni giornalisti erano entrati nei locali e fotografavano tutto quello che riuscivano ad inquadrare nel buio sacro del luogo. Volevano tutti lo scoop di quel ritrovamento archeologico ma Rebecca voleva possedere la conoscenza di quel luogo, che potesse viverlo come magia, solo lei, e forse pochi altri eletti.
Corse fuori sconvolta da tanta intrusione, d'altronde aveva scoperto lei lo scavo! In strada incrocio' una bambina che cantava una delle sue canzoni.
Come si sentii' fiera e sorpresa da quel incontro : che qualcuno riconoscesse cio' che aveva fatto invece di cercare di rubargli la soddisfazione delle sue scoperte.
Rebecca si sveglio' urlando ed in lacrime. Proprio le persone di cui si fidava di piu' avevano invaso la sua sfera derubandola di tutta la sua richezza.
ALL' OPERA
Rebecca si ritrovo' quella notte tra i corridoii di un grande teatro, sembrava un incrocio tra il Teatro La Scala ed una moderna sala conferenze. Lei vedeva il palcoscenico dall'alto della galleria, la compania stava provando una opera lirica con intermezzo di danza classica. Passo' per corridoi dove gli artisti si scaldavano chi la voce, chi il fisico per effettuare dei provini per nuove produzioni. Alcuni erano gia' truccati pesantemente ed i loro visi pallidi sembravano fatti di cartapesta, altri ancora indossavano pesanti cotumi di scena in velluto sovvraposto. "Sei qui come giornalista o come artista ?" le chiesero.
Riconobbe molti vecchi amici tra le quinte, la invitarono ad uscire per un caffe' e mentre giu' in strada passarono davanti alle corriere dai motori accesi che si scaldavano pronti a partire per la prossima tournee' loro le chiesero dove fosse finita.
OSPITE
Il cane abbaio' tutta la notte...Rebecca si sveglio' nel cuore della notte mille volte, ma ogni volta era come la prima volta ed il cane abbaio' ancora. Nel sogno si sveglio' in una stanza enorme con una pavimentazionea quadri bianchi e neri. Sul pavimento vide degli scorpioni ma riusci' a non calpestarli. In un angolo vide sua madre accovacciata. Si sveglio' quella notte mille volte ed il cane abbaio' tutta la notte.
In questo mare di luce astrle navigo per ricevere messaggi e' un lavoro quando avro' finito allora riposero'. Percepire e capire il linguaggio universale.
NIGHT-LIFE
Avevano organizzato la Fiera delle discoteche con stands che illustravano tutte le ultimissime tecnologie dalle luci stroboscopiche e colorate, ad impianti musicali per DJ's ed abbigliamento con accessori futuristici per gli avventori. Fuori pioveva a dirotto da parecchio ma dentro l'aria calda ed asciutta era quasi piu' fastidioso del frastuono. INcrocio' una sua cara amica straniera Jennifer, un'ex-modella molto attraente e trendy. Aveva il telefono cellulare acceso e discuteva con una casa organizzatrice tedesca. Rebecca si trovo' a casa della PR che appena scopri' che era amica di Jennifer le chiese di fare una telefonata per organizzare una cena. Rebecca formo' il numero e racconto' all'amica le circostanze dell'invito. Allora la PR furiosa le strappo' il telefono dalle mani e riattacco'! Rebecca apparentemente era stata troppo schietta. Allora abbandono' la casa tentando di far ritorno al palazone in cemento grezzo della Fiera. Lungo la strada trovo' uuna fila interminabile di macchine, stavano riasfaltando la strada e convogliavano diverse file in un unica corsia.
Lei scese e si infilo' in una palazzina stile liberty dove c'era una conferenza stampa, per raggiungere la sala passo' per una specie di soffitta piena zeppa di cianfrusaglie antiche e ose suriose. Alcuni dei suoi colleghi infilarono oggetti di modernariato nelle loro valigie ventiquattroore. Stavano rubando senza farci tanto caso.
L'EVENTO DEL PESCE E DELL"AEREO
Erano tuttiriuniti attorno ad un tavolo che mangiavano pesce, Rebecca stava ripulendo le sue fettine dalle spine con grande cura e mangio' la tenera carne bianca. Sentiva voci che discutevano del piu' e del meno da tutto il salone. Fece un giro incuriosita da tanto baccano, era una grande festa, alcuni rotolavano sul pavimento ubriachi, altri scopavano contro il muro e sulle sedie come se il Kamastutra fosse diventata obligatoria nelle scuole conoscevano tutte le posizioni del libro, orali, falatio, 69, homo-anale, etero.
Con cura scavalco' i corpi rantolanti e si infilo' nella stanza delle proiezioni dove un vecchio film in b/n stava andando e poi giu' nella buia ed umida cantina. Riuscuiva a vedere pesci che nuotavano attraverso grandi vasche di cristallo o forse erano finestre che davano su un panorama sottomarino. In quelle stanze era stato allestito una mostra con enormi tele che illustravano figure astratte. Su un'altro muro alcune fotografie e al centro una telecamera su cavaletto che riprendeva in diretta chiunque gli pasasse dinnanzi.
Riusciva a vedere stelle nitidissime ed onde che infuraivano in un silenzio assoluto. Il suo ex-ragazzo stava seduto in un angolo con una donna sulle ginocchia. Fuori la casa era circondata da scogli minacciosi. Ritorno' su nella mensa dove i corpi stavano corricati in silenzio, non una parola, non un suono.
Improvvisamente il muso di un aereo piombo' da fuori nella sala strappando mattoni ed intonaco dalla loro sede, ssi mise a dondolare pericolosamente scivolando indietro da dove era venuto. Corvi neri svolazzavano nello spazio dove Rebecca fini', cadendo in un burrone.
Era fuori dal palazzo da quel punto poteva vedere la coda dell'apparecchio riflesso nel vetri specchianti delle finestre del grattacielo.
I sogni come le maree sono influenzati dalla luna e dalle costellazione. Ci sono sogni veritieri, specie se la luna passa in nona, condizionati dalle forze cosmiche.
Clare Ann Matz 1999
Rebecca aveva terminato gli studi con grande profitto e si era lanciata nel mondo del lavoro con l'entusiasmo di chi non conosce, e neppur sospetta dell'agressivita' e l'infimo spirito di sopraffazione che si celano dietro i sorrisi da corridoio dei colleghi d'ufficio.
Ben presto i suoi modi erano diventati scattanti, i muscoli del suo corpo si erano irrigiditi e la luce nei soui occhi si era fatta penetrante, quasi volessse capire perche' tutto cio' le sembrava cosi' falso ed equivoco.
Mai una volta era riuscita a percepire un bianco o un nero negli atteggiamenti degli altri impiegati o dai frammenti dei discorsi che poteva raccogliere quando passava vicino alla porta del bagno dove ogni tanto si ritrovavano in diversi per la pausa sigaretta o davanti alla fotocopiatrice in attesa del suo turno.
No erano tutte frasi sussurate, lasciate in sospeso, con parole che sembravano far parte di un codice segreto. Ma sopratutto erano cattiverie, bugie e ' voci di corridoio' pronunciate a scapito di chi era assente nell'assurdo gioco del tutti contro tutti.
Benche' avesse avuto diversi modi per parteciparci Rebecca non riusciva proprio a far suo quel mondo, troppo occupata a svolgere bene il suo lavoro, puntuale e pulito.
E cosi' risultava assente dalle cene, le gite, le pause sigarette visto anche che non fumava mentre gli altri ne accendevano una ogni dieci minuti, e da assente divenne ogetto di discussione, curiosita' ed infine critica, sulle labbra di tutti. Sopratutto quando decise di farsi un tatuaggio, bello grando sull'avambraccio e di comprarsi la moto. E poi non faceva il filo a nessuno, non mirava a diventare l'amante del capo come tutti gli altri: i maschi delle capesse e dei capi gay, le femmine...beh' si sa che quelle sono tutte un po' puttane.
Lesbica, misantropa, femminista o drogata, ce n'era per tutti ma lei faceva finta di non sentire. Lavoro' sodo per anni accumulando esperienza e molte qualifiche. Andava avanti con profitto proprio come quando studiava, probabilmente troppo profitto, fatto sta che un giorno quando il direttore la chiamo' nel suo ufficio per discutere un progetto e le infilo' le mani da dietro sotto la maglia aguantandole i seni venne licenziata di tronco. Rebecca non capiva se era sucesso perche' lo aveva bloccato subito umiliandolo nel suo slancio da Casanova o se semplicemente non aveva le tette abbastanza grosse per quel grosso pezzo di merda dell'industria.
Poco dopo , nel gioco degli eventi anche il direttore venne rimpiazzato e Rebecca senza rancore si ripresento' nella ditta al cospetto del nuovo direttore per offrire la sua professionalita', ma trovo' una checca isterica che cercava un bel ragazzotto da ' iniziare ' al mondo del lavoro e nonostante fosse di gran lunga piu' qualificata non venne riassunta.
La vita le cambio' radicalmente, l'amarezza per il torto subito l' aveva spinta a cercare nella velocita' della moto, in fiumi di birra e nella realizzazione dolorosa ed espiatoria di una decina di altri tatuaggi un mondo piu' autentico e sincero. Ma tutto cio aveva solo alimentato in maniera negativa l'alone di mistero che gia' pendeva sulla sua figura e nell'ambiente le dicerie sul suo conto erano diventate sempre piu' numerose ed ormai durante le cene, le gite e le pause caffe' che i suoi ex- colleghi facevano con gli impiegati di altre ditte Rebecca era sempre, suo malgrado, sulla bocca di tutti.E fu allora che usci'i' dall'ambiente del lavoro. Cerco' disperatamente qualsiasi occupazione anche le piu' umili pur di tirare avanti, ma ormai la frittata era fatta: era troppo qualificata per fare il lavapiatti, volantinaggio ecc. troppo trasversale per appartenere alla tribu' dei dipendenti.
Era Libera.
Cosi' inizio' l'anno del lungo sonno.
Non la cercava mai nessuno, non telefonavano piu' e da quando aveva bisogno di aiuto si erano fatti tutti di nebbia. Visto che non riusciva a far quadrare i conti, le staccarono il telefono e non potendo comprare libri, abiti, video o benzina per la sua moto tutto il mondo si era compresso nella sua camera da letto. Ed infine quando poteva a malapena permettersi di mangiare una volta al di' nel silenzio di quella stanza decise che il mondo nella sua testa era l'ultimo rifugio ed il suo sonno prese ad allungarsi come scudo difensivo verso un mondo a cui non apparteneva e di cui non sarebbe mai stata cittadina. La realta' era nella sua fantasia. Piena di colori vivaci, profumi iintensi, senzazioni e opportunita' il suo mondo dei sogni le permetteva di sopravivere, ma non solo le dava modo di reincontrare persone che le erano state care, anzi fondamentali ma che erano morte e seppolte dal mistero del destino. Rebecca si rese conto che le giornate sono lunghe e le notti silenziose quando si e' abbandonati a se' stessi e cosi' esgogito' diverse tecniche per non farsi svegliare dall'esterno per non dover rendere conto alla realta' del suo progressivo allontanamento.
Benche' a causa della sua fortissima sensibilita' percepisse ogni suono e ogni cambiamento di luce era riuscita a far entrare nei suoi sogni anche gli elementi esterni di maggior disturbo.
Non si svegliava mai prima delle due di pomeriggio e spesso era gia' a letto alle sei di sera, quando per caso suonavano alla porta i venditori ambulanti o magari qualche vicino chiamava gli operai per svolgere un lavoro di muratura Rebecca trasformava quei suoni in colonne sonore per suoi viaggi mentali. Un martello pneumatico diventava il rombo di un motoraduno, l'impastatrice per il cemento girando si trasformava nell'enorme mulino di una barca di legno a vapore che risaliva un fiume dell'Amazonia e cosi' via.
Per fortuna certi circoli sono viziosi e cosi' piu' dormiva, meno appettito le veniva, meno mangiava e meno forze aveva da consumare, solo a volte quando si faceva sentire l'ansia di una vita morta allora aveva qualche energia in piu' da dispendere e cosi' si masturbava finche' non prendeva sonno. L'endorfina di quattro o cinque orgasmi a catena la calmavano ed anche le sue fantasie erotiche iniziarono a far parte d'un sogno ad occhi stretti e labbra serrate.
I primi furono sogni d'acqua e di viaggi.
IL SOGNO DELLA CLESSIDRA AD ACQUA
Stava viaggiando su un autobus pieno di turisti lungo una strada costeggiata da un fiume.
Ad un certo punto attraverso' un ponte e pote' vedere che l'acqua scorreva furiosa tra cascate e schiume da torrente di montagna. Il guidatore arrivo' in cima al prato prorpio sull'orlo di un precipizio mentre con i grossi stivali di gomma pompava il freno per non finire di sotto.
Trovo' una cresta in cima al monte e la costeggio' finche' poteva ma alla fine si incastro' e non riusciva piu' ad avanzare, anzi quando scese si rese conto che il bus era pericolosamente in bilico con le due ruote davanti che giravano nel vuoto .
Rebecca scivolo' agilmente in basso in caduta libera, respirando profondamente per l'apnea che l'attendeva, si lascio' andare alle buie acque dello sconosciuto come se stesse tornando nell'utero.
Piombo' nel nero d'una caverna e la corrente la inghiotti' trascinandola lungo un canyon subacqueo ricavato da pareti di ruvido granito.
Il tunnel si strinse terribilmente e per passarci dovette alzare le braccia sopra la testa mentre cadeva a peso morto nella clessidra ad acqua. Il respiro trattenuto ormai non bastava piu' ma non sentiva alcun panico o disagio, scivolava, sproffonadava con piacere. Sotto infine si apri' un'ampia caverna e lei galleggio' nelle acque piu' calme e chiare che avesse mai conosciuto.
Nell' antica Grecia, nel santuario di Epidauro sull'isola di Kos, dedicato ad Esculapio il dio della medicina, e nella sua filiale Romana sull'isola Tiburtina si recavano malati affetti da malattie inguaribili. Nel centro di questi Templi sorgeva la statua del dio del silenzio Arpocrate che teneva il dito sulle labbra per consacrare la divinita' del regolatrice e ordinatrice del caos primordiale.Il dio del silenzio era anche raffigurato nei Misteri Egizi con la forma di Horo emergente da un loto dalla tempesta di pensieri e sentimenti Innanzi tutto il malato veniva posto in una situazione di purificazione mediante una dieta particolare o a diguni se era neccessario. Poi bagni purificatori eseguiti dai curatori- sacerdoti gli Asclepiadi per uscire dall'oceano dell'inconscio, ed infine venivano posti in una situazione di sonno indotto con l'ipnosi con alterazione del loro campo elletromagnetico. Cosi' i loro corpi venivano messi in un cunicolo nella parte piu' segreta del tempio per il "Rito dell'incubazione", infatti 'incubare' significa 'dormire in'. Al riseglio ogni sogno ricevuto veniva raccontato al sacerdote-medico che diagnosticava il malessere e prescriveva la cura in base ad essi. Tant'e' che nel sanutario dell'isola Tiburtina a Roma sono state trovate 6000 tavolette con la cura assegnata dal dio Esculapio. Anche a Epidauro, nella via sacra sono collocate lungo la salita al tempio.
LA LAGUNA
Visitava Venezia con un'amica conosciuta li', su e giu' per i ponti, felice, quando ecco un ex-collega, l'unico fantasioso e comprensivo che avesse avuto nell'ufficio da cui era stata licenziata, sbuca da dietro una calle con tanto di moglie e corozzina con figlioletto.
"Strano pensavo fosse gay". Parlano un po' e scopre che anche per lui la festa e' finita, poi scopre che anche lui conosce questa sua nuova amica con i capelli a caschetto ed un gran sorriso bagnato. Salutati tutti si ritrova in piscina, l'acqua e' fresca ed amichevole, sollevando gli occhi scorge sua figlia sul trampolino. Le grida di aspettare a tuffarsi per controllare quant'e' profonda l'acqua. Cosi' si tira su con le braccia da sotto il trampolino per darsi un po' di rincorsa per l'immersione ma quando si lascia andare cade in un acqua scura, gommosa, coagulata rimbalzando con un sonoro ' tong ' . Urla a sua figlia di non saltare dentro ma troppo tardi e lei sparisce sott'acqua. Per tutta la notte Rebecca si aggira nel pantano fino al collo chiamandola, sotto filamenti s'intrecciavano bloccandole le gambe, sentiva anche strani oggetti semi-
galleggianti impossibili da vedere nella densa melma che cozzavano con il suo incedere divenuto ormai disperato nella ricerca. D'un tratto in lontananza tra i corpi capovolti di cadaveri intravede la sua piccola, si fa per dire. Galleggia a faccia in su le sue grandi tette affiorano come un giubotto salvagente. Corre come meglio puo' tra tutto quel putridume per recuperare il corpo con una senzazione terrificante dentro e quando la raggiunge sollevandola con le braccia si rende conto che non e' affatto morta. " Cosa fai qui ?" Le chiede con voce affanata, "Io? Cosa ci fai tu qui! Io mi sto facendo i fanghi" ... ma come penso' Rebecca questa innocente creatura che confonde la morte
e la desolazione con qualcosa di benefico?Com'e' possibile? Via andiamo via da quel luogo di morte che lei neppure riconosce.
Iniziati come Eraclito, Pitagora o ancora i Santi riferiscono di aver lasciato il corpo dormire e di aver proseguito nelle esperienze di contatto con i mondi soprasensibili, con i mondi angelici, con i mondi divini da cui si nutrivano di sapienza e di amore puro. Esperienze che si possono leggere nelle pagine di Plutarco o nelle Enneadi di Plotino.
COCA - COLA
Rebecca seguiva un sentiero che costeggiava il monte e filmava un ruscello che si snodava giu' in fondo alla valle fino a formare un lago artificiale con diga. Arrivo' ad una villa costruita in cemento negli anni ' 60 con quello stile geometrico un po' futurista, situata proprio tra le chiuse della diga. Li' ceno' e poi, con gli ospiti di casa, si trasferi' in salotto per il resto della serata, mentre discutevano del piu' e del meno le chiuse si aprirono e tutt'attorno alla casa, che si apri' a meta', spumeggio' l'acqua con enormi ondate.
Poi Rebecca si ritrovo' in fila ad uno sportello per comprare i biglietti per un viaggio, prese l'ascensore insieme ad un signore che non conosceva ma al decimo piano l'ascensore rimane bloccato per una manciata di minuti, poi con cigolii preocupanti inizio' a muoversi in giu' guadagnando velocita' fino
a piombare nella tromba. Presa dal panico cerca di allungare la mano per premere lo Stop o l'allarme, capelli volanti in alto, e ci riesce finalmente a schiacciarne uno e a fermare improvvisamente l'ascensore con una sonoro twang. La puzza di funi brucciachiate si difonde nella cabina delicatamente. Scivola fuori, seguita dall'altro signore, e si ritrova lungo un canale stile Amsterdam. Al porto prende un traghetto per l'areoporto e li' assiste ad un incidente d'auto che investe un gruppo di vecchie signore.
Rebecca si prodiga per aiutare le donne ferite calmandole e assistendole in attesa dei soccorsi.Aveva le cervellla sparpagliate.
Finalmente borda l'aereoplano dove trova alcuni vecchi amici. Uno di nome Tony dovrebbe avere i biglietti allora gli chiede che numero di sedia deve occupare, il 5 o 6 dice lui allora si avventura in fondo all'apparecchio lui invece scende dall'aereo proprio mentre sta decollando portandosi via i biglietti. Il telefono cellulare di un'altra amica di nome Tiziana (Baudo) inizia a suonare Rebecca corre dai piloti per chiedergli di tornare indietro per prendere Tony, chiedendosi come mai e' sceso. Ma quando si trova nel muso del veivolo si siede a gardar fuori dai finestrini. Fuori nubi scure sembrano sospese sopra le vette innevate dei monti. Nell'alto dei cieli acqua e terre lontane.
L'aereo vola come se fosse un off-shore, il muso s'alza e s'abassa come se afrontasse grandi onde di aria. In lontananza fuori dal finestrino, a costeggiare l'orizzonte una targa arruginita con la scritta Coca- Cola .
Dove c'e' acqua c'e' vita, compivano bagni sacri, prima di ogni Iniziazione nei misteri Eleusini, si immergevano nel fiume Ilissus, era la rinascita, come il Battesimo e' un'esperienza di morte e di rinascita, vivere un mistero per ottenere una liberazione. Immersi complettamente si ha una preparazione di dinamica respiratoria, il confine con la morte.
IL FESTINO
Quella notte si trovo' nell'apartamento di alcuni amici e c'era una festa con tutte le delizie del mondo, dalle bevande alcoliche e superalcoliche a cibi raffinati ed anche junk-food per chi lo desiderava. Nel reparto sballo non mancava proprio nulla per chi volesse salire o scendere nei vortici psychedelici della mente. La notte passo' in fretta e lei si sveglio' da una pernichella ristoratrice proprio all'alba. La musica a tutto volume e la televisione ancora accesa. Il suo migliore amico si sta facendo una ragazza di nome Stefania sul nel letto a soppalco. Entrambi indossano delle cinghie con falli vagino-anali. I vicini di casa che escono sulla terazza di fronte per fare colazione sbirciano all'interno dell'apartamento, Rebecca spera che non riescano a vedere oltre i riflessi delle finestre. Alla porta arriva un sottomarino
come le barche che si affiancano ai palazzi di Venezia dai canali, lei si infila dentro e parte per un viaggio tra barriere coralline, le correnti che la spingono verso acque sconosciute, scintillanti, meravigliose. Il fresco azzurro ed i lampi di luce solare.
Piu' che sogni... dormiveglia
ed ecco corpi estranei muoversi furtivi
ai bordi della mia visuale
Una presenza oscura che gia' conosco
l'ho sentito raggirarsi, e poi salire annusandomi
circondandomi nell'angolo buio
del mio io
NEW YORK
Un apartamento al decimo piano di un gratacielo tra Broadway ela 72 esima strada di New York. Prima Rebecca stava ai fornelli cercando di veder bollire una pentola d'acqua.
Dentro un topo vivo si dimena e contorce, il suo pelo sporco si stacca a ciuffi, lei non ce la fa piu' allora lo ripesca con i bachettini cinesi e lo lascia libero. Il topo si allontana un po' claudicante lasciando una scia di bagnato. All'improvviso un gatto sbuca e lo afferra con le zanne per poi nascondersi sotto il letto. Rebecca scende di sotto, sembra il mercato piovoso di Blade Runner, li' attende che qualcuno la raggiunga. Una trave cade dal nono piano del palazzo in costruzione che ha davanti.
Allora vede sua madre che le viene incontro per dirle che la sorella non scendera' per cena, perche' sta ultimando dei progetti architettonici per lo studio della "stabilita' terrestre".Allora va da sola a mangiare Sushi dal giapponese all'angolo, ordina $ 21.50 di Sashimi.Al ristorante incontra un giovane ragazzo, lei sapeva gia' che lui adorava il pesce crudo allora lo invita al suo tavolo e lui si infila nel divanetto rosso al suo fianco.
Il mio corpo cerca di svegliarsi ma era un impresa quasi impossibile, continuavo a fluttuare tra le trame ed i paesaggi di meravigliosi mondi, infinitamente piu' attraenti e promettenti del grigiore dell'esistenza quotidiana. Cosi' venni sedotta da Morfeo e continuai a cercare il sogno, ormai gestito a puntate come una telenovela alternata con sprazzi di realta'.
Fu difficile infine alzarsi dal letto il mondo dei sogni era cosi' interessante ed anche economico.
L'URAGANO
Ancora il tifone solleva le acque degli oceani che ruggiscono sopra la sua testa e spazza tutti vai.
La tradizione indiana dice che viviamo in un mondo di maya, di illusione, che e' un sogno. La proiezione olografica del volere supremo che irradia attraverso le seffira.
MILANO
Ad un'altra festa nell'apartamento lussuoso di qualche Milanese. Il buffet duro' si e no un nano secondo attaccato famelicamente dai bravi proffessionisti che popolano miseramente la scena commerciale. Queste Iene cercano di dimostrare un talento lattitante al punto di spacciare l'innativita' per percorsi labirintici di matrice teorica concettuale, del tipo latino, che tradotto nel linguaggio diretto e cosmopolita di Rebecca,cittadina del mondo, significava il Nulla.
Di sopra una creatura si lamentava fioccamente, allora sali' nella soffitta per scoprire un cavallo cybernauta, che parlava, si sentiva solo, aveva fame. Rebecca noto' che aveva alcune zone del corpo in mettaliche con una struttura che sembrava disegnata da Giger.
Lei gli promise del cibo se ne fosse rimasto anche se sapeva che ben poco avrebbe trovato dopo il pasaggio degli ospiti giu'.
Quando mi svegliai ero agitata ed irritabile. Mi sentiva agredita ed ingannata.
Nel dormiveglia sentivo una presenza scura. E svegliati!! Palpabre pesanti !!
E finalmente mi alzai ed aprendo gli occhi vidi un serpente nero sul muro che saliva con un giuzzo sparendo al di la' del soffitto.
Allora inizia a sognare dell'aria e della fuga.
IL PARACADUTE
Rebecca si trovava su in alta montagna all'interno di una baita. Doveva scappare se lo sentiva e giacche' stava guardando fuori dalla finestra in pietra giu' alla valle mentre mangiava patatine da una busta di plastica mettallizzata decise di buttarsi.
Schivo' i rami di un albero che sporgevano dalla gelida roccia e tenne con entrambi le mani i lati del sachettino, questo si riempi' come fosse stato un paracadute. Inizialmente scendeva ad una velocita' supersonica, il vento le arruffava tutto. Perfino la pelle delle guance, ma poi la discesa si fece piu' dolce e plano' nel verde lussureggiante della valle ricolma di aria tiepida ed aromatica.
Li' vide una casera e vi entro', ad una lunga tavolata molta gente giovane brindava, le finestre che si aprivano su un cortile pieno di piante e fiori lasciava entrare una brezza serale camino' lungo la tavolata salutando quanti conosceva, c'era gente che non vedeva da tanto tempo. Poi si avvicino' ad una ragazza seduta di spalle, senza dubbio riconobbe il suo profumo, era sua sorella morta anni prima. Lei si giro' e sorrise.
Cosi' Rebecca si sveglio' serena e fu felice per tutte quattro le ore necessarie ad adempire le neccessità della realta' prima di riposare ancora nel mondo dei sogni.
LIMONI
Tre limoni gettati da una finestra chiusa del terzo piano.
I CONFINI
Stava ad un'importante riunione di capi di stato in una sala riunioni sofisticatissima. Stavano discutendo ed aprovando il sollevamento e lo spostamento di terra in vari punti dell'Europa.
Ora operai con buldozers smuovevano montagne di terra. Sui tele-monitor si vedevano solchi di erba sollevati in aree ben delimitate. Poi una cartina geografica che rapresentava gli Stati Uniti venne indicata e 'spostata' con un mouse da computer sull'Europa ad incastrarsi perfettamente nei nuovi confini.
I sogni sono difficili da catturare, sfarfaleggiano dinnanzi ai suoi occhi chiusi, ma come gli apre si dissolvono nella nuova realta'. Improvvisi riappaiono quando gia' li ha scordati.
L' INCUBO
Rebecca si trovava in uno dei campi lagunosi che costeggiano il fiume e riempiva peperoni da mettere sott'olio. Sulla strada sterrata che costeggiava tutto il campo furgonati pick-up correvano sollevando la polvere . I grilli ronzavano nella calda sera d'agosto. Fu li' che Rebecca vide due gatti e si alzo' per seguirli, la condussero verso casa e per strada incontro' anche un grande cane Husky. Le pareti fredde ed umide della casa l'accolsero come una tomba. Allora usci' sul cortile dietro cercando di far suo gli ultimi raggi caldi di sole. Nel cortile c'era un piccolo laghetto tondo con dei pesci rossi dentro. Rebecca fisso' la propria imagine riflessa nell'acqua quando improvvisamente la pozza venne risuchiata verso il centro della terra producendo un tunnel ben distinto la cui circonferenza misurava circa un metro e mezzo di diametro e circa due metri di profondita'.
Senza esitare si calo' dentro e sbuco' all'interno d'un antica catedrale. Una chiesa sepolta dal tempo. Emergendo nella navata del tempio' noto' che gli inginocchiatoi erano ancora al loro posto anche se un po' impolverati e bucati dalle tarme, si fiancheggiavano in file fino all'altare principale. Lungo le pareti quadri, statue e bassorilievi celebravano personaggi dall'aria stranamente pagana. Il suo passaggio aveva sollevato una coltre di tempo andato e si sentiva nell'aria un'incrocio tra muffa e segatura. Arrivando in fondo alla costruzione noto' una finestra chiusa da listelli di legno putrido. Ne alzo' uno staccandolo dal muro e guardo' fuori. Sembrava una via princpale di grande pasaggio, con dei portici.
Da dietro sentii' degli schiamazzi alcuni giornalisti erano entrati nei locali e fotografavano tutto quello che riuscivano ad inquadrare nel buio sacro del luogo. Volevano tutti lo scoop di quel ritrovamento archeologico ma Rebecca voleva possedere la conoscenza di quel luogo, che potesse viverlo come magia, solo lei, e forse pochi altri eletti.
Corse fuori sconvolta da tanta intrusione, d'altronde aveva scoperto lei lo scavo! In strada incrocio' una bambina che cantava una delle sue canzoni.
Come si sentii' fiera e sorpresa da quel incontro : che qualcuno riconoscesse cio' che aveva fatto invece di cercare di rubargli la soddisfazione delle sue scoperte.
Rebecca si sveglio' urlando ed in lacrime. Proprio le persone di cui si fidava di piu' avevano invaso la sua sfera derubandola di tutta la sua richezza.
ALL' OPERA
Rebecca si ritrovo' quella notte tra i corridoii di un grande teatro, sembrava un incrocio tra il Teatro La Scala ed una moderna sala conferenze. Lei vedeva il palcoscenico dall'alto della galleria, la compania stava provando una opera lirica con intermezzo di danza classica. Passo' per corridoi dove gli artisti si scaldavano chi la voce, chi il fisico per effettuare dei provini per nuove produzioni. Alcuni erano gia' truccati pesantemente ed i loro visi pallidi sembravano fatti di cartapesta, altri ancora indossavano pesanti cotumi di scena in velluto sovvraposto. "Sei qui come giornalista o come artista ?" le chiesero.
Riconobbe molti vecchi amici tra le quinte, la invitarono ad uscire per un caffe' e mentre giu' in strada passarono davanti alle corriere dai motori accesi che si scaldavano pronti a partire per la prossima tournee' loro le chiesero dove fosse finita.
OSPITE
Il cane abbaio' tutta la notte...Rebecca si sveglio' nel cuore della notte mille volte, ma ogni volta era come la prima volta ed il cane abbaio' ancora. Nel sogno si sveglio' in una stanza enorme con una pavimentazionea quadri bianchi e neri. Sul pavimento vide degli scorpioni ma riusci' a non calpestarli. In un angolo vide sua madre accovacciata. Si sveglio' quella notte mille volte ed il cane abbaio' tutta la notte.
In questo mare di luce astrle navigo per ricevere messaggi e' un lavoro quando avro' finito allora riposero'. Percepire e capire il linguaggio universale.
NIGHT-LIFE
Avevano organizzato la Fiera delle discoteche con stands che illustravano tutte le ultimissime tecnologie dalle luci stroboscopiche e colorate, ad impianti musicali per DJ's ed abbigliamento con accessori futuristici per gli avventori. Fuori pioveva a dirotto da parecchio ma dentro l'aria calda ed asciutta era quasi piu' fastidioso del frastuono. INcrocio' una sua cara amica straniera Jennifer, un'ex-modella molto attraente e trendy. Aveva il telefono cellulare acceso e discuteva con una casa organizzatrice tedesca. Rebecca si trovo' a casa della PR che appena scopri' che era amica di Jennifer le chiese di fare una telefonata per organizzare una cena. Rebecca formo' il numero e racconto' all'amica le circostanze dell'invito. Allora la PR furiosa le strappo' il telefono dalle mani e riattacco'! Rebecca apparentemente era stata troppo schietta. Allora abbandono' la casa tentando di far ritorno al palazone in cemento grezzo della Fiera. Lungo la strada trovo' uuna fila interminabile di macchine, stavano riasfaltando la strada e convogliavano diverse file in un unica corsia.
Lei scese e si infilo' in una palazzina stile liberty dove c'era una conferenza stampa, per raggiungere la sala passo' per una specie di soffitta piena zeppa di cianfrusaglie antiche e ose suriose. Alcuni dei suoi colleghi infilarono oggetti di modernariato nelle loro valigie ventiquattroore. Stavano rubando senza farci tanto caso.
L'EVENTO DEL PESCE E DELL"AEREO
Erano tuttiriuniti attorno ad un tavolo che mangiavano pesce, Rebecca stava ripulendo le sue fettine dalle spine con grande cura e mangio' la tenera carne bianca. Sentiva voci che discutevano del piu' e del meno da tutto il salone. Fece un giro incuriosita da tanto baccano, era una grande festa, alcuni rotolavano sul pavimento ubriachi, altri scopavano contro il muro e sulle sedie come se il Kamastutra fosse diventata obligatoria nelle scuole conoscevano tutte le posizioni del libro, orali, falatio, 69, homo-anale, etero.
Con cura scavalco' i corpi rantolanti e si infilo' nella stanza delle proiezioni dove un vecchio film in b/n stava andando e poi giu' nella buia ed umida cantina. Riuscuiva a vedere pesci che nuotavano attraverso grandi vasche di cristallo o forse erano finestre che davano su un panorama sottomarino. In quelle stanze era stato allestito una mostra con enormi tele che illustravano figure astratte. Su un'altro muro alcune fotografie e al centro una telecamera su cavaletto che riprendeva in diretta chiunque gli pasasse dinnanzi.
Riusciva a vedere stelle nitidissime ed onde che infuraivano in un silenzio assoluto. Il suo ex-ragazzo stava seduto in un angolo con una donna sulle ginocchia. Fuori la casa era circondata da scogli minacciosi. Ritorno' su nella mensa dove i corpi stavano corricati in silenzio, non una parola, non un suono.
Improvvisamente il muso di un aereo piombo' da fuori nella sala strappando mattoni ed intonaco dalla loro sede, ssi mise a dondolare pericolosamente scivolando indietro da dove era venuto. Corvi neri svolazzavano nello spazio dove Rebecca fini', cadendo in un burrone.
Era fuori dal palazzo da quel punto poteva vedere la coda dell'apparecchio riflesso nel vetri specchianti delle finestre del grattacielo.
I sogni come le maree sono influenzati dalla luna e dalle costellazione. Ci sono sogni veritieri, specie se la luna passa in nona, condizionati dalle forze cosmiche.
Clare Ann Matz 1999